FAUSTO AGNELLI - L’opera
Periodo macabro-simbolico-romantico-carnevalesco:
vi si affollano incubi e visioni fantastiche, rievocazioni elegiache,
esaltazioni frenetiche; il tutto espresso con profondo senso di
amarezza, talvolta con spirito acre, esasperato, tuttavia sempre
percorso da un senso ironico della vita tale da sfiorare il sarcasmo.Queste
sue opere rivelano un’immaginazione fertile, audace, sovente
inquietante; il disegno è spesso nervoso, il colore ora
smagliante ora evanescente, sempre sapiente e pieno di suggestioni.
Paesaggi ticinesi:
Fausto Agnelli ha lasciato dietro di sé, attraverso i suoi
dipinti del primo periodo, una scia lugubre e in pari tempo luminosa.
Affronta la rappresentazione paesaggistica facendo tesoro della
profonda esperienza artistica acquisita. Procede oltre con spirito
più sereno e pacato rispetto al momento precedente, eppure
con nuova e sempre schietta esuberanza, attratto dal paesaggio della
sua terra.
Al suo paesaggio ticinese egli si era già rivolto, ma a brevi
intervalli, producendo alcune opere pregevoli fra le quali”
MORCOTE”, “GIARDINO DI VILLA FAVORITA”,”SERATA
SETTECENTESCA”. Negli ultimi anni della sua vita egli si dedicò
completamente alla pittura paesistica e l’esposizione alla
Kunsthalle di Berna che si tenne nel 1938 accolse una decina di
notevoli suoi paesaggi, i quali oltre a sorprendere per questo nuovo
orientamento dell’artista, ottennero unanimi consensi e lusinghieri
riconoscimenti. I principali templi dell’arte svizzera acquistarono
dipinti di paesaggi per aggiungerli a quelli dei periodi precedenti,
già in loro possesso. Molte tele dell’Agnelli aventi
come soggetto il paesaggio figurano nelle collezioni private più
importanti, sia in Europa che negli Stati Uniti.
Nei suoi paesaggi vi è una profonda e schietta interpretazione
della terra ticinese, ora dorata dal sole, ora ammantata di doviziosa
vegetazione, ora aspra e rocciosa.
Delle scoperte impressioniste e post-impressioniste Fausto Agnelli
si avvale per riassumere con pennellate energiche l’intenso
azzurro del cielo afoso, solcato da qualche bianca nube, la freschezza
verdeggiante di un mattino estivo, un romito villaggio dalle case
a loggiati a ridosso del monte infuocato di sole, un purpureo tramonto
sull’alpe brulla e rocciosa.
Con queste sue opere Fausto Agnelli si ricongiunge alla tradizione
artistica ticinese: in essa vi è l’alacre ricerca della
costruzione e dei volumi resi con mezzi sintetici, a volte schematici.
Con rapidi tocchi e pennellate incisive egli esprime l’essenza
delle cose statiche o fuggevoli; con una colorazione talvolta ricca
di toni, sobria tal’altra, ma pur sempre intessuta di squisitezze
cromatiche, riesce a rendere con estrema efficacia e maestria la
propria sensazione pittorica.
Tutte le sue opere sono
identificate da un segno personalissimo e ne svelano il temperamento.
In continua evoluzione e ascesa, Fausto Agnelli tracciò nella
storia dell’arte svizzera un’orma propria, un solco
profondo e ben definito. Basta dare un’occhiata ai suoi quadri
per esclamare con assoluta sicurezza: ”E’ un Agnelli!”
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